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27/07/2020
Non c'è nulla di più affascinante per un viaggiatore di una lettura sui viaggi raccontata da un grande narratore. Si evade, ci si ritrova, si scoprono nuovi orizzonti. Anche la mente può viaggiare e valicare confini attraverso l'immaginazione. In un momento come questo, l'annus horribilis della pandemia, in molti paesi del mondo non si potrà entrare da turisti probabilmente per molto tempo perché il numero dei contagi è ancora elevato.
Agli amanti dei grandi viaggi non resta che spostarsi con la fantasia e, oltre a godere delle meravigliose immagini - soprattutto video - che documentano sul web le bellezze ambientali, paesaggistiche, artistiche e architettoniche dei diversi paesi del mondo, possono scegliere la via interpretativa dei libri lasciandosi ispirare dal racconto dei grandi narratori di viaggi.
La forza del racconto riesce ad animare i luoghi aggiungendo vita alla vita e dalla narrazione di luoghi e situazioni e personaggi, la nostra mente genera visioni uniche ed esclusive che appartengono solo a noi. Esistono infatti dello stesso libro tante versioni quanti sono i lettori.
La letteratura attraverso la descrizione delle ambientazioni che fanno da sfondo alle storie narrate - quando non sono immaginarie - ha sempre contribuito a diffondere la conoscenza di paesi, popoli e culture.
Un luogo diventa il soggetto primario della narrazione quando viene trattato come “destinazione turistica”. In questo caso a narrare è uno scrittore di guide di viaggi la cui mission è quella di fornire un apparato di informazioni sicure, aggiornate e sistematizzate frutto della conoscenza approfondita di una destinazione e della sua familiarità con essa. Certamente la bellezza di una guida è nella capacità di chi scrive di trasferire la propria passione per una determinata meta. Il tocco autorale fa la differenza perché il successo di una guida di viaggi non è solo nella sua capacità di condurre il lettore attraverso una griglia solida di informazioni, ma anche di coinvolgerlo nell'esperienza prima nella fase di pianificazione e progettazione del viaggio, poi all'atto del viaggiare fornendogli ogni supporto e, successivamente al viaggio, rievocando, attraverso i riferimenti logistici, il ricordo dell'esperienza. Sì, la guida svolge una funzione anche dopo, perché un vero viaggiatore torna periodicamente con la mente e il cuore nei luoghi visitati coltivando spesso il desiderio di tornare.
Anche la letteratura di viaggio presenta diversi generi, avventura, esplorazione, cultura, spiritualità, antropologia, musica, arte etc. Così come si può viaggiare in modo “tematico” scegliendo il turismo esperienziale sulla scia delle proprie passioni, parimenti si può scegliere di scrivere o leggere libri tematici di viaggio. Una stessa destinazione può essere oggetto di più guide o libri tematici.
La maggior parte dei lettori appassionati di viaggi e interessati a temi spirituali ed esistenziali, ad esempio, non potrà non avere nella propria libreria opere di Tiziano Terzani, giornalista e scrittore fiorentino morto nel 2004 a sessantasei anni, autore di moltissime pubblicazioni fra libri, reportage narrativi e saggi. L'opera di Terzani rientra nel filone della “periegesi”, il genere storiografico che, ripercorrendo un itinerario geografico, raccoglie notizie storiche su popoli, persone e luoghi, ricostruendole attraverso l'esperienza diretta. Terzani aveva girato il mondo essendo corrispondente dall'estero del settimanale tedesco Der Spiegel. Il suo primo libro, “Un indovino mi disse” del 1995 racconta del suo viaggio in Asia durato un anno attraverso Laos, Thailandia, Birmania, Cina, Singapore, Isole Malesi, Indocina, Cina, Mongolia e Russia. Terzani va alla ricerca della vera Asia, quella della gente comune, evidenziando il contrasto fra leggende, tradizioni, arti divinatorie con il progresso accelerato di alcune nazioni asiatiche come Cina Thailandia e Singapore. Terzani viaggiò senza mai prendere aerei ma solo treni e navi in quanto un indovino ad Honk Kong nel 1976 gli aveva predetto che nel 1993 avrebbe rischiato di morire in un incidente aereo. Colse dunque il pretesto del vaticinio per sperimentare un modo di viaggiare lento e sincronizzato con il ritmo della scoperta interiore della propria anima messa in relazione con altre culture e modi diversi di vivere.
Terzani è riconosciuto come uno dei maggiori autori di letteratura di viaggi del XX secolo non solo per la vastità della sua opera, ma anche per la sua capacità di fondere il viaggio fisico con quello interiore e di assorbire la quintessenza della spiritualità dei popoli con cui entrava in contatto – soprattutto in Asia e in India – riuscendo a calarsi profondamente e spiritualmente nelle diverse culture per i fatto di viverle dal di dentro. Anche il racconto del suo ultimo periodo nel libro “La fine è il mio inizio” scritto prima di spegnersi, da cui è stato poi tratto un film sceneggiato dal figlio Folco, è la narrazione di un viaggio interiore che documenta l'accettazione della morte nella consapevolezza che rappresenti un nuovo inizio. «Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi dispiace che non potrò scriverne» disse Terzani nella sua ultima intervista in Anam il senzanome (Longanesi 2005).
L'elenco degli scrittori di viaggi sarebbe lunghissimo. Agganciandoci all'attualità, citiamo Pierpaolo Di Nardo, viaggiatore infaticabile, travel designer di professione e scrittore fra i più apprezzati di guide di viaggio e non solo. Con oltre settanta viaggi nel Subcontinente indiano e un Moleskine sempre in tasca, è riuscito veramente a fondere la passione per i viaggi con la sua vita professionale diventando uno dei maggiori travel designer italiani. Dopo aver passato 15 anni a disegnare viaggi per i principali tour operator, nel 2016 ha fondato “Maldindia Travel Experience Designer” società che opera nel segmento luxury travel.
Pierpaolo da sempre viaggia in Asia, Sud America, Nord Africa, Medio Oriente ed Europa raccogliendo appunti per i suoi libri e sviluppando in modo verticale la sua conoscenza di questi luoghi. Le sue guide, edite da Polaris, “India del Nord: 330 milioni di dei e un popolo solo” e “India del Sud: nella terra degli dei”, hanno venduto 55.000 copie. Ricordiamo anche “Maldindia: perché non puoi più farne a meno”, un titolo che dice tutto.
In occasione del Talk2 di Coming Soon, la rassegna di ACT - Accademia Creativa Turismo sui nuovi scenari del turismo sostenibile, abbiamo raccolto un commento sulla sua esperienza di scrittore e travel designer chiedendogli che importanza ha lo storytelling nelle sue esperienze di viaggio: “Ho sempre viaggiato nella mia vita e sono stato sempre molto curioso rispetto a quello che mi proponevano e che vedevo” ci ha raccontato”.
“Prendevo appunti, accumulando tantissime esperienze e informazioni – ha raccontato Di Nardo – facendo innumerevoli incontri da cui nascevano le idee. Tutto questo si trasformava in materia creativa. L'affabulazione e il racconto sono state delle costanti nella mia vita: sono un ex musicista e ho fatto anche cinema, teatro, sceneggiatura del viaggio e ho capito da queste esperienze che la scrittura e lo spettacolo sono dei grandi linguaggi per raccontare i viaggi. Ho sempre raccolto appunti nei miei viaggi e scritto racconti. Nelle mie due guide monumentali sull'India non ci sono informazioni tecniche, ma informazioni sulla storia dell'arte e dell'architettura, della cultura, della filosofia e sono filtrate dall'io narrante, raccontano il “mio” viaggio. Ho fatto uno spettacolo teatrale, un monologo proprio per raccontare la mia vita di viaggiatore. Dietro le attività creative c'è tanto lavoro di ricerca e approfondimento e molta passione anche nel voler raccontare. Tutto questo viene messo a servizio dei viaggiatori. Infatti ogni volta che disegno un viaggio è come se lo stessi rivivendo. Rivivo emozioni, situazioni, incontri, luci, colori. Più riesco a raccontare la sceneggiatura del viaggio che il viaggiatore farà, più riesco a portarlo dalla mia parte, affabulandolo. Il mio lavoro di travel designer è meraviglioso proprio perché è alimentato da una creatività infinita e considero un grande privilegio il fatto di poter rivivere ogni volta il viaggio”.
Dalla testimonianza di Pierpaolo Di Nardo è evidente come una parte importante e sostanziale della professione di travel designer sia lo storytelling del viaggio.
Proprio questo aspetto rappresenta uno dei pilastri del modo di fare formazione di ACT - Accademia Creativa del Turismo che proprio un decennio fa ha dato vita al primo Corso per Travel Designer inaugurando un filone didattico di successo. Moltissimi gli allievi, oggi professionisti, che hanno avuto grandi soddisfazioni dall'apprendimento delle tecniche del travel design avendo scelto di avere un approccio più taylor made alle discipline del turismo. I percorsi formativi più attuali dell'Accademia che uniscono tecnica e managerialità al metodo creativo della progettazione di viaggi “su misura” sintonizzati sui gusti e le passioni dei viaggiatori, si riconfermano infatti fra i più apprezzati dagli studenti ACT.
Marina Ricci - Redazione ACT