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Viaggiare da soli: coraggio, libertà e sicurezza.

Cresce il numero degli Italiani che scelgono di partire da soli. Tutti hanno in comune la voglia di vivere con più intensità l’esperienza del viaggio e interiorizzarla.

Viaggiare da soli: coraggio, libertà e sicurezza.

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20/07/2020




Non sentitevi degli alieni se amate viaggiare in solitaria. Sono sempre di più le persone nel mondo che a quello in gruppo preferiscono il viaggio da soli.
Questa tendenza procede di pari passo con l'affermarsi del turismo esperienziale: scegliere di viaggiare soli consente infatti di godere delle esperienze in modo più diretto e intenso e offre maggiori possibilità di “interiorizzare”. È ben noto come viaggiare sia una delle vie per scoprire o ritrovare se stessi creando le condizioni per la crescita individuale e l'arricchimento culturale e valoriale.

L'ebbrezza della libertà del viaggiatore solitario comincia nel momento in cui si accinge a progettare il viaggio scegliendo di assecondare senza condizionamenti i propri personali interessi. Poi ci si lancia verso storie solo in parte programmabili a tavolino perché la componente dell'incognita fatta di accadimenti, emozioni e incontri è tutta da scrivere.
Molti partono con la voglia di coinvolgere i followers rendendoli partecipi delle proprie esperienze al punto che il racconto diventa parte integrante del viaggio. In alcuni casi il viaggio stesso è una delle leve motivazionali. Questo da sempre, prima ancora delle guide e dei social media… pensiamo a quanti scrittori viaggiatori hanno consegnato all'umanità capolavori indiscussi raccontando, spesso anche con l'ausilio dei disegni, non solo la propria visione dei luoghi, delle destinazioni di viaggio (emblematico J.W. Goethe in questo senso), ma anche il proprio vissuto di viaggiatori. Oggi portare i followers “dentro” il diario di viaggio, srotolando un gomitolo di storie e scoperte, comporta la trasposizione del viaggio nella dimensione virtuale e immortale dello storytelling che riveste la cronaca e il documento di leggendarietà compensando per certi versi il lato “consumistico” dei social network del qui e ora.

I viaggiatori solitari non sono immuni dal voler condividere esperienze, passioni, scoperte e sono in moltissimi a documentare i propri tour per il mondo in modo più o meno amatoriale/professionale con reportage, immagini foto e video postate sui social, nella maggior parte dei casi simultaneamente all'esperienza, oggi anche attraverso dirette streaming.

Ci sono molti tipi di viaggiatori solitari e tanti “turismi” ad essi collegati, passioni associate alle destinazioni. C'è chi fa viaggi anche nella logica della sostenibilità contenendo gli effetti del proprio transito nei posti da visitare e cercando una integrazione sostanziale con le comunità ospitanti. In molti si avvalgono di guide del posto che consentono di vivere il territorio calandosi nella sua dimensione reale e non in quella costruita artificialmente per i turisti. Scegliere di sforzarsi di parlare la lingua dei residenti, mangiare nei posti scelti da loro, scoprire le strade periferiche e meno battute dai turisti, aiuta a vivere esperienze autentiche di contatto con il territorio e le popolazioni locali.

Altri partono da soli per unirsi a gruppi di sconosciuti che hanno in comune gli stessi interessi. Si pensi ai tour in bicicletta, ai cammini, ai trekking escursionistici, alle masterclass nelle diverse discipline, ai tour enogastronomici, alle iniziative che prevedono aggregazione di gruppi con gli stessi interessi anche professionali (experiential o educational tour, convention, corsi etc.).

È in aumento anche il numero dei single che scelgono formule di viaggio create ad hoc da alcuni tour operator per favorire incontri e relazioni con altri single. Così come vi sono anche molti single tendenzialmente fatalisti che al viaggio organizzato preferiscono lasciare al caso la possibilità di incontri sentimentali o nuove amicizie. Secondo un recentissimo sondaggio di e-Dreams sul viaggio in solitaria, gli Italiani risultano in controtendenza rispetto alla media globale: nella fascia d'età 25-34 (millenial) il viaggio non sarebbe finalizzato alla possibilità di fare nuovi incontri contrariamente al trend degli stranieri. Se guardiamo invece ai viaggiatori più maturi, il 33% degli Italiani compresi fra i 45 e i 54 anni parte senza compagni di viaggio con l'obiettivo dichiarato di stringere nuove amicizie, mentre gli stranieri della stessa fascia d'età hanno come obiettivo il relax.

Sempre dal sondaggio e-Dreams emergono tendenze diverse che distinguono gli Italiani dagli altri intervistati. La generazione Z (18/24 anni) italiana sarebbe più invogliata a partire in solitaria per conoscere se stessa (47%, contro una media globale del 42%) e per una destinazione culturale. Si dimostra anche più responsabile rispetto alle altre generazioni di connazionali: i ragazzi di quest'età sono i primi a mettere la sicurezza e la pianificazione in cima alla lista delle priorità per un'esperienza di questo tipo. I loro coetanei all'estero, invece, sono più amanti della libertà e orientati per il 45% al viaggio a fini di volontariato, rispetto al 35% dei nostri ragazzi.

Ci sono poi professioni legate al viaggio per definizione, come quella del fotografo di paesaggi o di architettura, dello scrittore di guide di viaggio, del travel design o del travel blogger, così come ci sono missioni di ricerca affidate a singoli esploratori ricercatori o ambientalisti legate all'osservazione naturalistica dei luoghi, della fauna e della flora o di fenomeni social e ambientali.

E aumentano le donne che scelgono di sentirsi libere viaggiando da sole. Esiste addirittura un movimento #ITravelAlone che promuove il diritto delle donne di viaggiare per il mondo da sole e indisturbate.
Per quanto riguarda l'aspetto della sicurezza le Italiane sono sicuramente più attente rispetto alla media globale e meno inclini a viaggiare da sole nella fascia d'età 18-24 rispetto ai coetanei maschi. All'estero invece le ragazze superano i ragazzi e cominciano a viaggiare da sole già subito dopo l'adolescenza.
Sono in moltissime che dei propri viaggi hanno fatto una professione diventando fotografe, giornaliste, travel blogger, travel coach, instragramers. Alcune di esse viaggiano per anni in modo continuativo come Manuela Arroyo, una giovane viaggiatrice spagnola in giro per il mondo dal 2013 senza essere più “passata dal via”.

Privarsi del viaggio in solitaria per la paura di incorrere in qualche brutta esperienza è un peccato, ma di certo imparare a viaggiare significa anche sapersi organizzare mentalmente e praticamente per partire con la massima consapevolezza degli scenari possibili e dei problemi in cui si potrebbe incorrere.
Imparare a prevenirli resta a tutti gli effetti il miglior modo per tutelarsi quando si viaggia. Sono un buon punto di riferimento le linee guida e le informazioni diffuse dai governi dei diversi paesi, veicolate anche dai tour operator, dagli scrittori di guide e dai travel blogger.
Oggi il tema del viaggio in sicurezza è di particolare attualità anche in relazione alla necessità di proteggere noi stessi e gli altri dal Covid-19. La pandemia ha di fatto introdotto nuove regole per i viaggiatori e forse generato un maggior senso di responsabilità.

 

Marina Ricci - Redazione ACT

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