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Turismo sostenibile e progettazione del territorio.

La prospettiva di cambiare il modo di fare turismo va nella direzione della sostenibilità e della responsabilità ambientale.

Turismo sostenibile e progettazione del territorio.

Blog

04/05/2020



Infiniti possono essere le interrelazioni fra il turismo e il tema della sostenibilità ambientale.
Fino a oggi il turismo sostenibile era considerato una nicchia, un ambito valoriale, quasi un'ideologia, un modo di viaggiare all'insegna del rispetto dell'ambiente, dei territori e delle comunità locali.
Oggi nel post Coronavirus associazioni di settore, analisti, centri di ricerca ed enti formativi come ACT - Accademia Creativa del Turismo, già impegnati da anni nell'opera di sensibilizzazione a vari livelli, stanno aumentando i propri sforzi per trasformare quella che è stata un'enorme criticità – il Covid-19 – in una opportunità di crescita nella direzione del turismo e della mobilità sostenibile anche grazie a una maggiore permeabilità delle istituzioni e dei privati verso l'assunzione di impegni in tal senso.
Si è ben compreso infatti, in questi giorni, come il volto del turismo sia destinato a cambiare in futuro: la libertà di viaggiare per il mondo sarà in parte e a tempo indeterminato condizionata dalle misure preventive per il contenimento del virus; l'aggregazione e la socialità durante i viaggi avranno connotati differenti rispetto al passato; cambieranno i trend sulla base delle nuove esigenze e aspirazioni dei viaggiatori.

Alle soglie dell'estate, qui in Italia, ma immaginiamo anche all'estero, si parla di turismo di prossimità. Se gli Italiani sceglieranno di andare in controtendenza rispetto al passato evitando il fastidio delle misure restrittive, a beneficiarne saranno innanzitutto i borghi storici silenti di cui è ricco il nostro Paese che consentono di vivere in modo esperienziale le vacanze a tutti coloro che cercano di riportare il proprio essere in armonia con il creato.
I vantaggi che le aree rurali offrono al viaggiatore sono lo spettacolo della natura e del paesaggio, il clima temperato, la possibilità di praticare la mobilità dolce dei cammini e del cicloturismo, diversi sport a diretto contatto con la natura come la canoa, il free climbing, il deltaplano etc., l'escursionismo, la possibilità di scoprire la cultura locale fra arte, storia, tradizioni ed enogastronomia.

Se proviamo a proiettarci nelle prossime vacanze estive, facciamo fatica a immaginarci nel caos delle spiagge affollate, viste le restrizioni ancora necessarie, così come non riusciamo a pensare le città d'arte senza le frotte di turisti stranieri che vi si riversavano in massa. Tutto questo, se da un lato portava finanza ai territori, dall'altro li “consumava” dal punto di vista ambientale. Il fenomeno dell'overtourism infatti porta con sé una serie di “effetti collaterali” di difficile contenimento come ad esempio il degrado che si ritorce contro i residenti e i turisti stessi a tutto svantaggio della qualità della vita.

La dura prova cui è stato sottoposto il nostro Paese ferito dal virus implacabile, ha determinato una profonda riflessione su gran parte dei modelli economici e sociali. Vista l'impossibilità di continuare a replicare i vecchi schemi, ci si sta concentrando sulla revisione di quelle che venivano considerate inesorabili “ricorrenze” stagionali. La prossima estate il distanziamento sociale limiterà in automatico l'overtourism e la ripartenza del settore dovrà essere interessata da una riprogettazione e riprogrammazione di tutte le attività tenuto conto della necessità di innovare in funzione del cambiamento.

E se si parla di innovazione, oggi come oggi, entra inevitabilmente in ballo il tema della sostenibilità ambientale. Al turismo viene posta questa grande opportunità in un momento in cui la maggior parte degli operatori è stremato dal lockdown e stenta a ripartire, senza considerare che molte imprese sono purtroppo destinate ad estinguersi.
La sfida da cogliere in una fase come queste consiste nell'introdurre massicciamente l'innovazione, con i suoi modelli sostenibili, nell'opera di “ricostruzione”.
Nel riprogettare il turismo il marketing territoriale sarà un valore aggiunto in quanto può fungere da raccordo fra tutte le componenti produttive e amministrative areali ponendosi come macro-obiettivo lo sviluppo. I punti di forza di un territorio hanno maggiori chance di essere valorizzati in funzione turistica se tutte le filiere (prodotti, servizi, infrastrutture, tecnologia) partecipano al tavolo progettuale e fanno squadra in una logica sistemica di cooperazione allo sviluppo.
Il principale modello adattabile anche ai borghi e alle classiche destinazioni turistiche che vivono stagionalmente è quello delle smart city dove la progettazione del territorio si fa in modo interconnesso e integrato all'insegna della digital transformation e della riqualificazione del territorio.

Il marketing territoriale risulta perfettamente in linea con le politiche di coesione europea che puntano a fare rete sui diversi territori. I fondi strutturali europei che interessano direttamente le regioni italiane, attraverso i POR (Programmi operativi regionali), possono consentire ai diversi soggetti economici di pianificare lo sviluppo dei territori in modo organico e sistemico. Associazioni, organizzazioni non governative, fondazioni, enti pubblici, enti locali, scuole, università, centri di formazione, d'istruzione e di ricerca, associazioni di categoria, parti sociali e imprese possono essere beneficiari dei fondi. Meno spesso i bandi sono aperti a persone fisiche o a gruppi di persone non giuridicamente costituiti. Perché i progetti siano più efficaci nella logica della visione integrata del territorio, le proposte vengono presentate maggiormente da raggruppamenti di organizzazioni - consorzi o partenariati -  che nella compagine d'insieme riescono a essere complementari sulla progettualità interessando i diversi settori. Questa possibilità di aggregazione fra organismi espressione di vari ambiti specialistici rientra esattamente nei principi dell'Unione Europea che vedono nell'approccio sinergico la migliore formula per la valorizzazione dei territori. Inoltre i fondi possono essere utilizzati in maniera più organica dal momento che le componenti aggregate ragionano, a monte, su un obiettivo comune, il rilancio del territorio.
L'approccio professionale dell'europrogettazione prevede un'attività preliminare strategica che è quella dell'individuazione del bando giusto in relazione a una specifica idea progettuale. Ma molti imprenditori o amministratori sono spaventati dall'aggravio burocratico che una partecipazione a un bando europeo può comportare e per loro, ma soprattutto per le proprie comunità di appartenenza, quella dei fondi europei disponibili diventa un'opportunità persa. Vi sono invece imprese che per gli spin-off o per l'implementazione della propria attività si avvalgono di società specializzate in europrogettazione in grado di guidarle dal bando fino alla rendicontazione garantendo che tutti gli aspetti formali e gli adempimenti vengano risolti in modo ineccepibile.
L'Europa premia le politiche si sviluppo dei territori e probabilmente parte del rilancio del settore turistico potrebbe risiedere nella possibilità di utilizzare i fondi europei avvalendosi della leva del marketing territoriale che è proiettata allo sviluppo sistemico e che può attrarre ulteriori apporti finanziari con il coinvolgimento di stakeholders e sponsor monetari o tecnici (personale retribuito, materiali etc.).

Il turismo sostenibile e responsabile è per definizione nel solco delle politiche europee di sviluppo del territorio e può rappresentare il migliore stimolo alla crescita del Paese. In una fase di trasformazione epocale come quella che stiamo vivendo, offre ampio spazio a una progettualità che includa nelle sue declinazioni l'innovazione, il rispetto per l'ambiente, la tutela del patrimonio paesaggistico, la conservazione dei beni artistici e architettonici, lo sviluppo economico, la riqualificazione delle imprese, la difesa e il progresso delle comunità locali.

In questo quadro la formazione risulta essere uno degli asset primati sia per l'immissione sul mercato del lavoro di giovani talenti già pronti ad affrontare un cambio di rotta del settore, sia per la riqualificazione dei manager del turismo disorientati a causa delle trasformazioni in atto.

Marina Ricci - Redazione ACT

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